la guerra dei poveri

Parlamento italianoA qualche mese di distanza dalle elezioni per il rinnovamento di alcuni governi regionali, molti si chiedono Chi o Cosa salverà il nostro paese dal baratro?
Ebbene si! Oramai sono anni in cui le chiacchiere che si fanno sono fin troppe e tutto ciò che viene osannato e propagandato durante le campagne elettorali diviene inesorabilemnte dopo le votazioni aria fritta.
Quando ci sarà questo cambiamento di rotta?
Quel che desta maggiore preoccupazione non è tanto la pochezza dei contenuti e dei programmi perseguiti dai singoli partiti, ma piuttosto è questa lotta fratricida, questo guerregiare ed infangarsi l’un l’altro, che non fa bene a nessuno, tantomeno ad un paese che di qui a qualche anno rischia seriamente di emulare il caso argentino. 
L’Italia senza accorgersene si è accasciata al suolo e dubito che quanto prodigano o vogliono farci credere, corrisponde alla mera realtà.
La “politica”, che nel suo termine originale ha reso l’uomo un animale sociale, ha perso la sua credibilità, il suo valore più importante, ciò che ha portato l’uomo ad evolversi e lo Stato a divenire un ordinamento giuridico politico esercitante il potere sovrano su un determinato territorio e sui soggetti a esso appartenenti.
La politica e l’Italia hanno bisogno di una nuova classe drigente che rappresenti il popolo, non solo in termini elettorali o costituzionali, ma che conosca e sappia affrontare con caparbietà i problemi reali. Non si può più sbagliare! Appartenere ad un gruppo e dirigerlo significa ben altro che legiferare a proprio interesse o secondo l’approssimazione. L’Italia non merita tutto questo, al popolo l’ardua sentenza!