Stadi italiani da bocciare? Intanto…

Nella classifica di presenze allo stadio stilata dalla Lega Calcio e presentata in questi giorni, si evince un dato importante. Nonostante il nostro calcio sugli spalti non brilli per sportività e correttezza, rispetto allo scorso anno sono aumentate sensibilmente le presenze alle partite di calcio. Infatti la percentuale di affluenza media allo stadio seppur di poco ha fatto registrare un segnale positivo.
A condurre questa classifica sono i tifosi interisti con una media che si aggira sui 55.000 spettatori, subito dopo quelli del Napoli con circa 49.000 spettatori e a seguire tutti gli altri.
La gente insomma anche con l’avvento di modernissime tecnologie televisive, atte 24 ore su 24 a trasmettere partite e commenti, non ha perso il piacere di asssitere ad eventi dal vivo.
Una cosa è certa, seppur i dati fanno registrare questo incremento, la strada da qui ad un livellamento con gli altri stadi europei è ancora lunga.
Non a caso lo stato di modernità e di agibilità di gran parte degli impianti sportivi in Italia, e non solo di calcio, lascia molto a desiderare. In questa stagione più volte il calendario delle partite non è stato rispettato a causa delle cattive condizione climatiche, manco se fossimo in Siberia o altrove. Basterebbe un pò di neve o pioggia battente per mettere a repentaglio l’incolumità di migliaia di spettatori accorsi per vedere una partita.
E’ giusto parlare e pubblicizzare il Far Play, ma credo sia altrettanto importante intraprendere una campagna contro la violenza, che sappia concepire e allo stesso tempo coniugare il concetto di stadio come luogo di ritrovo e di semplice passatempo ludico, vedi stadi inglesi con strutture atte alla vendita di gadget e veri e propri musei sotterranei. 
L’inizio di una campagna che sappia porre l’accento non sull’aspetto repressivo delle forze dell’ordine bensì ad un processo culturale di sport che affondi le radici nelle future generazioni può rivelarsi un primo passo verso il ridimensionamento del fenomeno aggressività e violenza nel calcio.
Di certo concepire stadi con settori a forma di gabbia o luogo dove accogliere le masse non giova a nessuno!  
Attuare una politica che sappia rivalutare e presentare lo sport come una forma di aggregazione e sana competizione, la cultura dell’accettare la sconfitta e di andare oltre l’aspetto economico potrebbero rivelarsi utili stratagemmi. Questo dato sulle affluenza è una linfa vitale per lo sport a cui i grandi del calcio dovrebbero attribuire il giusto peso e misura, magari attingendo idee in grado di invertire la pessima tendenza che vige nel nostro sistema sportivo.