Speciale Elezioni Regionali “Campania”… per saperne di più!

Urna elettoraleIl Consiglio Regionale della Campania in data 12.03.2009, presieduto da Sandra Lonardo, ha approvato il progetto di legge elettorale della Regione Campania.

Le novità più importanti della legge, che resta improntata sul sistema proporzionale, sono:

a) l’abolizione del listino presidenziale e l’attribuzione del premio di maggioranza alle liste collegate al candidato proclamato eletto alla carica di Presidente della Giunta regionale, che ottengono almeno il 60% dei seggi del Consiglio, se il presidente ha conseguito più del 45% dei voti validi (ne ottengono almeno il 55%, se il presidente ha conseguito meno del 45%dei voti validi);

b) il sistema della doppia preferenza, in base al quale l’elettore può esprimere uno o due voti di preferenza, ma, in questo caso, una delle due preferenze deve riguardare il candidato di genere femminile, pena l’annullamento della seconda preferenza;

c) la rappresentanza di genere, per cui in ogni lista nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore ai 2/3 dei candidati, pena la sua inammissibilità;

d) la rappresentanza di tutte le circoscrizioni elettorali: al fine di garantire la rappresentanza di tutto il territorio regionale, è garantita la presenza di almeno un consigliere per ogni circoscrizione elettorale.

Il Consiglio ha, altresì, approvato all’unanimità un sub emendamento proposto dalla Sinistra e dal Pd finalizzato a garantire la presenza paritaria di entrambi i generi nei programmi di comunicazione politica offerti dalle emittenti radiotelevisive pubbliche e private.

Modalità di Voto
La votazione per l’elezione del Presidente della Giunta Regionale e per l’elezione del consiglio regionale avverrà su un’unica scheda. Questa ultima contiene i nomi e cognomi dei candidati alla carica di Presidente, mentre al cui fianco sono riportati, il contrassegno del gruppo di liste ovvero i contrassegni dei gruppi di liste riunite in coalizione con cui il candidato è collegato. Ciascun elettore può, con un unico voto, votare per un candidato alla carica di Presidente e per una delle liste a esso collegate, tracciando un segno sul contrassegno di una di tali liste.
Nel caso in cui l’elettore tracci un unico segno sulla scheda a favore di una lista, il voto s’intende del cndidato presidente a essa collegato.


Doppia Preferenza

Ciascun elettore può, altresì, votare per un candidato alla carica di Presidente, anche non collegato alla carica di Presidente, anche non collegato alla lista prescelta, tracciando un segno sul relativo rattangolo, in pratica decidendo di dare il cosiddetto voto disgiunto. L’elettore può esprimere, nelle apposite righedella scheda, uno o due voti di preferenza, scrivendo almeno il cognome dei due candidati consiglieri compresi nella lista stessa. Però in quest’ultimo caso bisogna fare massima attenzione. Infatti esprimendo due preferenze, una deve riguardare un candidato di genere maschile e l’altra un candidato di genere femminile della stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza. Un aspetto quest’ultimo, su cui dovranno vigilare i componenti dei seggi elettorali, per evitare errori nel conteggio dei voti a ciascun candidato alla funzione di consigliere regionale.
(Regione. Campania.it) – (InformaCittà)

la guerra dei poveri

Parlamento italianoA qualche mese di distanza dalle elezioni per il rinnovamento di alcuni governi regionali, molti si chiedono Chi o Cosa salverà il nostro paese dal baratro?
Ebbene si! Oramai sono anni in cui le chiacchiere che si fanno sono fin troppe e tutto ciò che viene osannato e propagandato durante le campagne elettorali diviene inesorabilemnte dopo le votazioni aria fritta.
Quando ci sarà questo cambiamento di rotta?
Quel che desta maggiore preoccupazione non è tanto la pochezza dei contenuti e dei programmi perseguiti dai singoli partiti, ma piuttosto è questa lotta fratricida, questo guerregiare ed infangarsi l’un l’altro, che non fa bene a nessuno, tantomeno ad un paese che di qui a qualche anno rischia seriamente di emulare il caso argentino. 
L’Italia senza accorgersene si è accasciata al suolo e dubito che quanto prodigano o vogliono farci credere, corrisponde alla mera realtà.
La “politica”, che nel suo termine originale ha reso l’uomo un animale sociale, ha perso la sua credibilità, il suo valore più importante, ciò che ha portato l’uomo ad evolversi e lo Stato a divenire un ordinamento giuridico politico esercitante il potere sovrano su un determinato territorio e sui soggetti a esso appartenenti.
La politica e l’Italia hanno bisogno di una nuova classe drigente che rappresenti il popolo, non solo in termini elettorali o costituzionali, ma che conosca e sappia affrontare con caparbietà i problemi reali. Non si può più sbagliare! Appartenere ad un gruppo e dirigerlo significa ben altro che legiferare a proprio interesse o secondo l’approssimazione. L’Italia non merita tutto questo, al popolo l’ardua sentenza!