IL RITO… nella guerra tra il bene e il male, da che parte sei?

“La lotta contro il Diavolo, che è la principale missione di San Michele Arcangelo, è combattuta ancora oggi, perché il Diavolo è tuttora vivente ed attivo nel mondo.” (Papa Giovanni Paolo II)

Michael Kovak è un giovane seminarista americano, che vorrebbe abbandonare gli studi teologici per sopraggiunta mancanza di fede. Il suo mentore, però, nel tentativo di recuperarlo alla causa del cattolicesimo, lo invia a Roma, a seguire un corso bimestrale per imparare l’arte di scacciare i demoni e curare gli ossessi. Lì assisterà ai riti compiuti dall’anziano prete padre Lucas (Anthony Hopkins) sulla giovane Rosaria, sedicenne incinta e posseduta da Satana. Ma non sappiamo se questa storia d’esorcismo, ambientata in una Città Eterna a misura di turista straniero, possa davvero fare presa sul pubblico italiano,  già iniziato dalla cronaca nostrana a ben altri misteri racchiusi fra le mura vaticane. Mentre i dialoghi vagamente filosofeggiano sullo scetticismo e sul pericolo a cui si espone chi non crede all’incarnazione del Male, la scena è divisa tra lo spettacolo convulso e rantolante della possessione demoniaca e gli stacchi sui lugubri incubi del protagonista, figlio del titolare di un’agenzia di pompe funebri, e rimasto orfano di madre in tenerissima età.

Affascinante perché, come recita la rituale frase d’introduzione, è basato su una storia vera.

Inquietante e allo stesso tempo molto più realista rispetto al classico dei film basati sulla possesione “l’Esorcista“, ci illustra in che forma si manifesta una possesione demoniaca, come si annida il male dentro di noi e come bisogna combatterlo.
Film di pregevole fattura, con un’interpretazione straordinaria di Anthony Hopkins, ci mostra qualcosa di cui l’uomo ha avuto sempre terrore ma che allo stesso tempo considera e rispetta perchè parte di una lotta secolare.
Bisogna scegliere solo da che parte stare. “Lo scetticismo non ti aiuterà!!”

AVATAR…l’ultimo capolavoro di James Cameron

Non ci sono parole per descrivere Avatar, l’ultimo lavoro compiuto dal regista americano autore di Titanic (1997).  Un film che si vive tutto d’un fiato, apparentemente con finale scontato, ma che vede decisamente trionfare alcuni dei valori che nella realtà andrebbero perseguiti e che inevitabilmente il genere umano da tempo sembra aver smarrito come “il giusto” e “l’amore verso la propria terra”.
Gli effetti scenici lasciano a bocca aperta e non trascurano nessun particolare. Molto originale la trovata di presentare, forse per la prima volta in assoluto, gli esseri umani come invasori.  Quindi qualcosa che si discosta dalla solita piattaforma in cui alieni o pseudo tali entrano nell’orbitra terrestre e dichiarano guerra all’umanità.  Lo scenario è fiabesco: un pianeta immaginario chiamato “Pandora”, in cui la fauna e la flora sono state concepite meravigliosamente bene e rapiscono l’attenzione e la curiosità  dello spettatore che senza volerlo si perde con la mente in quei posti incontaminati e lontani anni luce dalla realtà cementificata a cui molti di noi sono abituati.
Anche l’utilizzo dei colori non è stato lasciato al caso, molto vivi e accesi. Altro dato importante e da non trascurare assolutamente è rappresentato dagli incassi ai botteghini. Quello di Avatar è il secondo incasso di tutti i tempi (1,131,800,000 di dollari) superato solo dal Titanic
Avatar 
rappresenta il nuovo trionfo del regista James Cameron, che detiene il e posto nella classifica dei più grandi incassi di tutti i tempi; “Solo” 711 milioni di dollari separano i due kolossal. Per la serie “quando spendi tanto appendi”…