Vesuvio conto alla rovescia…

“Il Vesuvio al momento non costituisce alcun pericolo, riposa tranquillo!”
Questo è quanto afferma con fermezza la Protezione Civile, attraverso le parole di Bertolaso.
Discorso simile va fatto per la stragrande maggioranza delle istituzioni territoriali adiacenti al pericoloso Vulcano che alla domanda “in caso di emergenza siete preparati?” la risposta è netta e determinata è “sappiamo già cosa fare!”
Io francamente non sono della stessa idea e ci penserei due volte nel praticare questo moderato ottimismo! Adesso vi spiegherò il perchè…

Da un recentissimo speciale intitolato “Vesuvio conto alla rovescia” andato in onda qualche settimana fa sul canale tematico National Geographic, lascia presagire uno scenario decisamente preoccupante!
Nello speciale infatti, che ripercorre minuziosamente tutte le dinamiche prima storiche, poi scientifiche delle varie eruzioni avutesi nel tempo, si evince quanto effettivamente il Vesuvio sia più vivo che mai!

Infatti la Troupe televisiva ha fatto visita all’Osservatorio Vesuviano, punto di osservazione e di elaborazione dati, per capire e testare da vicino il processo di monitoraggio e la tipologia di macchinari scientifici adottati al fine di rilevare e possibilmente presagire un fenomeno di tale portata con moderato anticipo.
In breve il direttore dell’Osservatorio ha spiegato che: “al momento non esiste alcun strumento capace di individuare con largo anticipo un’eruzione vulcanica. Il loro studio si concentra principalmente sul monitoraggio continuo (h24) del vulcano e di tutta una serie di attività che avvengono nel sottosuolo (sciami sismici – rigonfiamenti del terreno – mutazioni del livello del mare – concentrazione di particelle gassose nel terreno) e che con un’alta probabilità potrebbero essere riconducibili ad una futura eruzione vulcanica.” Sempre continuando spiega: “a decine di chilometri di distanza sotto terra esistono veri e propri cunicoli, le cosidette “camere magmatiche”, che salgono verso l’alto e si ramificano nel vulcano fino ad arrivare alla superfice. Un riempimento di quelle camere di magma farebbe saltare tutto in aria con una pressione di entità mostruosa. Spesso registriamo piccole scosse, a volte anche più di venti al giorno, non avvertite dalla popolazione perchè di scarso magnitudo, che attestano quanto attivo sia il sottosuolo. La difficoltà sta nel capire se di natura vulcanica o semplicemente di assesstamento.”

Durante un esperimento effettuato dai scienziati dell’osservatorio e ripreso in tempo reale, viene fuori una inquietante scoperta che ha suscitato non poca preoccupazione tra gli esperti…
Analizzando alcune dei frammenti di roccia allocata nei pressi del cratere, raccolti per essere esaminati, si è scoperto che questi presentano una conformazione chimica importante, una similitudine di particelle gassose concentrate nelle rocce così come quelle che hanno preceduto l’eruzione del 79 d.c. semplicemente attraverso una colorazione particolare. Questa scoperta, se ce ne fosse stato bisogno, lascia pochi dubbi sull’attività o meno di questo vulcano.

Il nostro quesito però non è tanto quello di capire quando ci sarà la prossima eruzione, che spetta agli scienziati, bensì quella di capire come le istituzioni e la popolazione vive al momento questo fenomeno?
Il nostro viaggio naturalmente non è di carattere scientifico, non avendo validi strumenti per poterlo fare, ma è una presa di coscienza dell’insufficiente e mediocre stato informativo che imperversa tra la popolazione.
Visto l’alta concentrazione di persone che vivono nei pressi del Vesuvio (stimati quasi 2 milioni), osiamo solo immaginare che scenario catastrofico si presenterebbe nel caso di un’eruzione.

Molti si chiedono come si faccia a vivere tranquilli sapendo di dormire su di una bomba ad orologeria?
Convivere con questo timore apparentemente per i napolteani non costituisce una reale preoccupazione, che sostanzialmente in alcuni casi sottovalutano e in altri dimenticano l’entità del pericolo, al punto di non considerarlo sufficiente per trasferirsi altrove.
Qualche anno fa pare che in ogni comune della zona rossa sia stata effettuata una simulazione di evacuazione, ma francamente con tutto il rispetto, ho dei forti dubbi sulla riuscita di questa ultima in casi di emergenza e di caos totale.
Le vie di fuga sono limitate e non idonee ad una evacuazione di massa di tale portata. Per giunta parliamo di vie di fuga altamente trafficate costruite anche a ridosso del vulcano, come l’autostrada A3 Napoli-Salerno e le varie statali del nolano.

Pompei ed Ercolano nel 79 d.c. non sapevano a cosa andavano incontro, noi si!
Questo dovrebbe essere sufficiente a farci capire che sotto questa apparentemente tranquilla e serafica montagna verde, si nasconde una forza devastante, che prima o poi verrà fuori. Resta a noi capire che solo con la prevenzione  e l’informazione si può evitare una catastrofe!
Il mio non vuole essere un allarmismo ingiustificato, semplicemente un modo per sensibilizzare e risvegliare negli animi di coloro che forse non sanno che il Vesuvio, o peggio ancora sanno e non fanno nulla, è vivo più che mai!!

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